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14-02-2014

SISTRI: il 3 marzo 2014 riparte per le aziende che producono "rifiuti pericolosi". - Prosegue l'azione della Confartigianato per bloccare il SISTRI


Agli inizi di marzo tornerà a bussare alle porte delle imprese il SISTRI, ovvero il famigerato sistema di tracciabilità dei rifiuti, oggetto di tante segnalazioni, di appelli, di richieste di soppressione da parte della Confartigianato Ministero dell’Ambiente per la complessità di gestione e per i costi elevati che prevede.

Questa volta i destinatari della misura saranno i produttori di rifiuti “pericolosi”.

Il Ministero continua a dimostrarsi sordo alle denunce presentate sin dal 2009, di mal funzionamento, di costi sia indiretti che diretti (120€ quota minima di iscrizione) a carico delle imprese come le quote di iscrizione versate sin dal 2010, per centinaia di milioni di euro. Come si può pensare che la procedura che devono attivare un’ attività di barbiere o estetista sia la stessa di quella di una struttura ospedaliera per lo smaltimento ad esempio delle lamette? Attualmente la tracciabilità dei rifiuti ed il loro conferimento presso centri di smaltimento autorizzati viene assicurata dalla compilazione di un registro da parte del produttore degli stessi sul quale vengono annotate le caratteristiche qualitative e quantitative, la destinazione, la data di carico e scarico ed il formulario per il loro trasporto.

Non si riesce inoltre a capire come si continui ad investire su un sistema che ha dimostrato in più di un’occasione di non funzionare, ricordiamo ad esempio il click-day dell’11 maggio 2011, e che nel corso degli anni ha avuto tra i suoi più strenui sostenitori, persone indagate e, cosa ancora più grave, arrestate!

Puntiamo il dito inoltre contro i trascorsi mesi di operatività che hanno interessato gestori e trasportatori, che stanno mettendo in luce tutte le problematiche che ormai evidenziamo da 4 anni. Problemi legati non solo ad aspetti tecnologici, ma anche procedurali, tali da causare enormi difficoltà e un aumento spropositato dei costi per le aziende. Oltre alle numerose e continue disfunzioni tecniche, che rendono in alcuni casi impossibile l'utilizzo del SISTRI, è stato riscontrato come, anche nei casi in cui il sistema viene utilizzato per l'intera fase di gestione del rifiuto (produzione, movimentazione, smaltimento), esso comporta per ciascuna impresa della filiera il moltiplicarsi dei tempi operativi e la necessità di dedicare o assumere apposite risorse professionali per gestire la nuova piattaforma. A tutto questo si sommano sanzioni dagli importi molto elevati in caso di errore.

Siamo sempre stati aperti a trovare assieme al Ministero delle possibili migliorie al sistema, abbiamo già proposto delle procedure alternative sostenibili, ma ancora una volta arriviamo a pochi giorni dalla partenza a ritrovarci con le stesse identiche problematiche. Anzi no, qualcosa è

cambiato. Dal 2009 la situazione economica è peggiorata, le imprese non riescono più a sostenere nuovi costi e appesantimenti burocratici. La misura è colma e nella manifestazione del prossimo 18 febbraio ci faremo sentire!